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Biografia

Mi chiamo Federico Ilic, sono nato a Milano nel 1977 e disegno da che ho memoria. Fin da bambino guardavo il mondo con occhi diversi: ogni dettaglio, ogni oggetto quotidiano era una combinazione di colori ed emozioni.

L’arte è sempre stata per me un rifugio e un linguaggio, molto prima che una passione e una professione. Non ho frequentato scuole d’arte tradizionali; ho seguito solo ciò che mi ispirava davvero, inseguendo istinto e passione.


A parole faccio fatica ad esprimere le mie emozioni e i miei stati d’animo, siano essi positivi o negativi: rabbia, dolore, gioia, amore, delusione. La pittura mi aiuta a fare anche questo.

È il mio modo per comunicare ciò che ho dentro ed esprimermi. La utilizzo come mezzo, metodo e strumento di comunicazione. Dipingo per raccontare, per fissare sulla tela le espressioni delle persone, per dare forma a ciò che non riesco a dire.
 

AUTORITRATTO

La mia più grande fonte di ispirazione è sempre stato il mondo Pop: i fumetti, le vetrine, la moda, i murales di Milano.
Da lì è nata la mia attrazione per il figurativo, in particolare per il ritratto femminile. Le donne nei miei quadri rappresentano forza, sensualità, mistero. Cerco di cogliere e raccontare quella bellezza che per me va oltre l’apparenza, fatta di dettagli, di sguardi, di silenzi.



Uso spesso la scala dei grigi per rappresentare la pelle dei miei soggetti: una scelta non solo estetica, ma simbolica.
Credo che ogni persona sia fatta di sfumature, che la nostra interiorità non sia mai bianca o nera, ma un miscuglio continuo e in trasformazione. È una perenne transizione, un mondo fatto di contrasti. L’arte per me è bellezza e bruttezza insieme, gioia e dolore, ma soprattutto comunicazione.

I miei ritratti parlano di questo: di personalità complesse, di emozioni trattenute, di storie non dette.

Dipingo per raccontare la mia vita, per dare forma ai ricordi, ai sogni, alle mancanze. A volte per fermare ciò che ho amato e non posso più avere, altre volte per trasformare la realtà in qualcosa che avrei voluto vivere.

L’arte mi ha sempre aiutato a isolarmi dal rumore del mondo, a stare bene con me stesso, a sentirmi in pace.

Spesso dipingo l’opera che vorrei vedere esposta. Mi piace pensare che i miei quadri portino colore, energia e buonumore negli ambienti in cui vengono esposti.

A volte è un evento personale a spingermi a dipingere, e attraverso il quadro racconto ciò che ho vissuto.
Ci sono momenti in cui la realtà e la mia visione delle cose non coincidono. Eppure ciò che conta, per me, è proprio il mio sguardo: come vedo il mondo, attraverso il mio filtro personale. E quando poi cambio il filtro, cambia tutto.


Ritraggo volti famosi e sconosciuti: eroi, artisti, sportivi, ma anche amici, persone incontrate per caso, figure che mi hanno lasciato qualcosa. Spesso uso foto trovate sui social o immagini che scatto io stesso. Mi piace conoscere chi mi ispira, fotografarlo, parlarci, assorbire la sua energia e poi restituirla sulla tela.

Non cerco sempre un messaggio preciso da trasmettere. A volte un’opera esiste semplicemente per essere guardata. Penso che l’arte non debba per forza essere spiegata, ma che vada sentita. La sua forza è proprio questa: ognuno ci vede ciò che vuole, ognuno sente qualcosa di diverso. E questo per me è bellissimo!

Il mio pubblico ideale è chi ha voglia di fermarsi, di osservare, di lasciarsi toccare, anche solo per un attimo. Chi ha voglia di perdersi dentro uno sguardo dipinto, dentro un ricordo che forse non è nemmeno il suo. Perché alla fine, l’arte è questo: un luogo dove emozione e libertà si incontrano.

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